Marco Tatullo, originario di Manduria (TA), è presbitero della diocesi di Oria dal 2022. Ha conseguito la laurea in Lettere classiche presso l’Università del Salento e il Baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese. Attualmente è vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale di Oria, docente di Religione Cattolica e Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Scolastica e IRC, Assistente diocesano del Settore adulti di AC.
Che legame intercorre tra Teologia morale e Iniziazione cristiana? È stata la domanda che ha guidato la II giornata di studio di Teologia morale, tenutasi lo scorso 25 maggio presso le aule dell’Istituto Teologico Regina Apuliae di Molfetta.
Diversi sono stati i partecipanti, non solo per la provenienza interdiocesana, ma anche per i vari ambiti di impegno educativo e catechetico. Un uditorio veramente variegato e trasversale, ma con l’unico e comune obiettivo di portare all’interno dell’iniziazione cristiana (e in generale in tutta l’educazione cristiana) le riflessioni e i suggerimenti della teologia morale.
E proprio questa intonazione è stata offerta ai partecipanti fin dall’inizio della giornata. Le parole di saluto del Preside, don Vito Mignozzi, oltre ad evidenziare la rilevanza della Facoltà Teologica Pugliese sul territorio regionale e nell’ambito delle Chiese locali, infatti, hanno sottolineato lo stretto legame tra teologia morale ed iniziazione cristiana.
Le parole del prof. Roberto Massaro, in particolare relativamente al volume Possiamo ancora educare?, che raccoglie gli atti della I giornata di studio di teologia morale, hanno permesso ai partecipanti di allargare lo sguardo dalla iniziazione cristiana all’intera vita cristiana perché i primi passi mossi nella fede, possono segnare l’intero percorso spirituale.
Il prof. Giorgio Nacci, nell’introdurre le relazioni della mattinata, ha tenuto insieme i concetti già pronunciati e ha collocato lo sviluppo morale nell’ambito dello sviluppo del bambino: è questa la fase in cui l’immagine di Dio e l’idea di vita morale iniziano a prendere forma nella vita di ciascuno di noi.
Questo tema è stato approfondito dalla prof.ssa Alessandra Augelli, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la quale, partendo dall’etimologia della parola morale, ha aiutato i partecipanti a cogliere che la morale indica l’esserci della persona di fronte alla realtà e quindi il suo saper misurare le proprie azioni.
Facendo riferimento al pedagogista Piaget, è stato presentato lo sviluppo della morale nel bambino che, dalla fase eteronoma, arriva intorno ai 10 anni alla morale autonoma. Indispensabile in questo processo è il confronto tra pari e l’interiorizzazione della regola. Il fine, ancora una volta, è il benessere integrale della persona, con se stessa e con gli altri.
Grazie agli studi di Kohlberg, invece, è stato proposto il diverso modo di porsi nei confronti del comportamento corretto: il bambino, che obbedisce per paura della punizione oppure per un interesse personale; preadolescenti e adolescenti, che iniziano a maturare delle aspettative interpersonali e non solo a corrispondere alle aspettative altrui; l’adulto, che riconosce il bene in base ai principi etici da lui scelti.
Dell’intervento della prof.ssa Augelli, allora, raccogliamo l’importanza dell’interazione tra pari come capacità di decentrarsi e come occasione per sostenere e orientare il conflitto in modo costruttivo. L’allenamento alle scelte è quella palestra che porta sempre più a far coincidere il pensiero del bene con la scelta del bene: momenti che non sempre e non automaticamente coincidono. Gli esempi virtuosi, derivanti anche dal vissuto della comunità, sono un valido strumento per formare l’identità morale.
La sintesi di questo intervento ci viene dalle parole di V. Frankl che racchiude il processo educativo e la crescita morale in una via per «affinare la coscienza come organo di significato».
Con la prof.ssa Gaia De Vecchi, docente presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, è stato sviluppato il tema dell’educazione morale nei percorsi dell’iniziazione cristiana. Fondamento della sua riflessione è stata la perenne dialettica sussistente tra vita di fede e vita morale. Quest’ultima è vista non soltanto come una scienza delle norme, ma come la scienza che guida l’esistenza, nella graduale maturazione della nostra interiorità. In generale, la teologia morale è la via per orientare la vita di ogni persona verso un ideale umano.
Applicando questo schema all’immagine di Dio, che riceviamo e comunichiamo, ne deriva che noi trasmettiamo agli altri l’immagine di Dio con cui noi stessi ci relazioniamo. Nel processo educativo, pertanto, i ragazzi dapprima osservano gli educatori e poi li ascoltano: i gesti, quindi, parlano prima e di più rispetto alle parole. Davanti ad una scelta, i ragazzi vanno orientati verso scelte attive e non solo meccaniche perché ogni volta che ci si trova davanti ad una scelta mi avvicino o mi allontano da quell’ideale di uomo che ho.
Centrale nel discorso proposto è stata la circolarità esistente tra ortoprassi (l’agire bene), ortodossia (il pensare bene) e ortopatire (il sentire bene) e, a tal proposito, un suggerimento, articolato in tre linee guida è stato concretizzato nel Comandamento nuovo di Gesù (definito il «come» del momento formativo), l’esperienza generazione (come «dono» e non scambio) e l’azione dello Spirito (che compie l’«atto creativo»): tutto concorre alla crescita e alla formazione dell’uomo, al raggiungimento del suo ideale di uomo e alla sua immagine di Dio.
Una testimonianza di un’esperienza pastorale, che cerca di mettere in atto quanto detto ha preso il volto e la voce di don Matteo Dal Santo, dell’Arcidiocesi di Milano, che con un video ha condiviso gli itinerari di iniziazione cristiana in terra ambrosiana. Questi itinerari si fondano su quattro dimensioni dell’iniziazione cristiana e della vita morale: il vissuto dei ragazzi, la Parola di Dio, la liturgia e la preghiera e infine l’esperienza di Chiesa, articolata tra famiglia e comunità. Tre invece sono i passaggi da compiere e far compiere. Il primo, la vita nuova nello Spirito, presenta la vita cristiana non come un insieme di regole, ma come una proposta per amare Gesù, nello Spirito Santo: tutto l’agire morale, quindi, ha fonte e contenuto nell’amore di Gesù. Il secondo passaggio è quello del dono di Dio per vivere l’alleanza, finalizzata al rafforzamento del legame tra l’uomo e Dio. Le Dieci Parole (Dieci Comandamenti) sostengono il desiderio di alterità e quindi di bene insisto nell’uomo perché si curano di educare al rispetto dell’altro. Il terzo e ultimo passaggio guarda allo stile di vita dei cristiani, illuminato dal Vangelo delle Beatitudini, e ha come orizzonte dell’intera vita cristiana la santità.
L’uditorio del mattino è diventato parte attiva dei laboratori nella seconda parte della giornata e obiettivo dei tre laboratori è stato di proporre itinerari catechistici per accompagnare i ragazzi nelle loro diverse fasi della crescita e attraverso le realtà educative presenti.
Come sempre, arricchente è stato l’incontro con l’altro, il dialogo, la condivisione di un luogo centrale per tutti e familiare per alcuni, come è l’Istituto Teologico Regina Apuliae.
Lo scambio di idee e di esperienze, quindi, facilmente e naturalmente si è protratto anche nei tempi di stacco dai lavori della giornata di studio. E questo già vale come un primo traguardo raggiunto.
In conclusione, il 25 maggio 2024 c’è stata di sicuro una trasmissione di un sapere morale, ma anche l’opportunità di crescere nell’acquisizione di un giudizio morale. Gli esempi e le testimonianze hanno proposto una pratica morale, un esercizio che genera le virtù.
Sentito e corale, quindi, è il ringraziamento per questa valida giornata di studio.
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