Cura, provocazione e coraggio: tre sentieri dopo il corso di Alta formazione su Amoris laetitia

di Giulio Andrea Nobile

«La chiesa del concilio, sì, si è assai occupata, oltre che di se stessa e del rapporto che a Dio la unisce, dell’uomo quale in realtà oggi si presenta […]. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità. La chiesa in un certo modo si è dichiarata ancella dell’umanità».[1]

Le parole che Paolo VI affidava a tutta la chiesa nell’omelia di chiusura della nona sessione pubblica del Concilio Ecumenico Vaticano II, 7 dicembre 1965, sembrano essere riecheggiate questa sera nell’aula magna don Tonino Ladisa del Pontificio Seminario Regionale Pugliese Pio XI in occasione della presentazione del libro Sui sentieri di Amoris laetitia. Svolte, traguardi e prospettive a conclusione del Corso di Alta formazione Amoris laetitia, la gioia che riempie il cuore e la vita. Quella ancella dell’umanità ha potuto ancora oggi dire ed affidare una parola alle donne e agli uomini in cerca di felicità, di pienezza, di accoglienza autentica tra i cammini che anelano gustare la speranza del bene in mezzo alle fatiche che l’umanità vive costantemente.

Il Cardinale Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, S. Em. Rev.ma Mons. Marcello Semeraro, nell’intervento che ha tenuto in occasione della suddetta presentazione ha voluto delineare l’importanza del documento pontificio a partire dallo sguardo prospettico del discernimento. Esso infatti, ha ricordato, aiuta ogni persona ad individuare il bene possibile da attuare nel qui ed ora della storicità di ciascuno. Pertanto, i tre momenti che Egli ha voluto distinguere del discernimento possono essere una chiave di lettura per comprendere non solo Amoris laetitia, ma anche per districarsi nel vasto panorama che la pubblicazione racchiude. Dal discernimento morale, che propone di conoscere la volontà di Dio in maniera generale e che si pone come faro nell’indicare la strada da percorrere, ci si muove verso il discernimento pastorale che permette di differenziare ogni vissuto per saper adattare i principi ad ogni situazione particolare; per giungere, infine, al discernimento spirituale che sorregge ogni umanità nei piccoli passi possibili in mezzo ai limiti umani!

In definitiva la gioia che riempie il cuore e la vita intera esalta la bellezza della vita, la felicità di chi sente la propria umanità abitata dalla pienezza. È stato questo il Corso di Alta formazione: un provare a scandagliare, a partire dal documento pontificio, gli abissi della storia di ogni uomo e donna che si ritrovano a vivere situazioni, esperienze, vissuti che spesso hanno bisogno di far rilucere la gioia. Dalla Sacra Scrittura alla Teologia Morale, dal Diritto Canonico alla Teologia Pastorale è stato poliedrico attraversare il pensiero di papa Francesco e provare ad aprire sentieri per le nostre diocesi pugliesi: infatti laici, consacrati e presbiteri insieme abbiamo potuto riflettere, pensare, dialogare ed anche constatare le diverse idee che ciascuno ha della prospettiva famigliare ed anche nei confronti dell’accompagnamento durante le fatiche che ciascuno può attraversare.

La consegna che Amoris laetitia propone a ciascuno di noi implica il voler mettersi in ascolto delle fragilità umane e, pertanto, provare a garantire quella felicità che non è una conquista a basso costo, ma un itinerario che muove la vita verso traguardi inabitati da Dio. Pensare insieme, laici e presbiteri e consacrati, significa riscoprire il senso del bene possibile che non significa poter trovare qualche scorciatoia nel cammino umano e di fede, ma saper mettere al centro la persona che nel sacrario della propria coscienza sa tradurre quel Bene massimo in possibilità di vita concreta nel qui ed ora della storia.

Cura, provocazione e coraggio, come ha rilanciato il Gran Cancelliere della Facoltà Teologica Pugliese, S. Ecc. Mons. Giuseppe Satriano, sono i compiti precipui di chi si pone nel solco del discepolato per annunciare la bellezza e l’altezza dell’Evangelo della famiglia: «voler formare una famiglia è avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo».[2]

[1] Paolo VI, Omelia nella 9° sessione pubblica, in EV, 1, EDB, Bologna 1993, 456.460.

[2] Francesco, Amoris laetitia, Esortazione apostolica postsinodale sull’amore nella famiglia, n. 321, (19.3.2016), in Acta Apostolicae Sedis 108 (2016).

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